L’effetto diluizione: ecco perché frutta e verdura hanno perso l’80% di vitamine e minerali in 30 anni.

22/12/2023

 

Cos’è l’effetto diluizione? Perché frutta e verdura hanno subito un drastico calo del 80% nelle vitamine e minerali essenziali rispetto a tre decenni fa? Scopri le cause di questa perdita nutrizionale e proteggi la tua salute attraverso scelte alimentari consapevoli.

 

Quante volte ci siamo lamentati del fatto che la frutta e la verdura sembrano aver perso il loro sapore e la loro freschezza? Praticamente ogni volta che ci sediamo a tavola.

Oramai non è una novità, e un numero sempre crescente di ricerche scientifiche lo conferma, che la frutta e la verdura che consumiamo hanno subito una significativa perdita di nutrienti, mentre si sono arricchite di pesticidi e metalli pesanti.

Attualmente, per ottenere la stessa quantità di vitamine e minerali che i nostri genitori e nonni assumevano, dovremmo consumare almeno sette volte la quantità di cibo.

 

Perché frutta e verdura sono meno nutrienti di un tempo? I dati raccolti:

Uno studio condotto presso l’Istituto di Biochimica dell’Università di Austin, Texas, ha analizzato 43 tipi di frutta e verdura, confrontando i valori nutrizionali del 1950 con quelli del 1999. Il calo più significativo riguarda calcio, proteine, vitamina C, fosforo, ferro e riboflavina, con una media del 40%. Ad esempio, i broccoli, che nel 1950 contenevano 130 mg di calcio per 100 gr, nel 1999 hanno registrato solo 48 mg.

La carenza di vitamine e minerali può causare disturbi e aumentare intolleranze e malattie autoimmuni. Purtroppo, oggi è sempre più difficile assumere questi nutrienti preziosi.

Fino a 40 anni fa la sola dieta era sufficiente a fornire un adeguato apporto vitaminico (ecco perché i nostri avi riuscivano a lavorare nei campi tutto il giorno senza mangiare molto ed erano più forti). Oggi invece, il cibo si è impoverito dei micronutrienti (minerali) necessari per mantenere uno stato di salute ottimale.

Studi condotti dal Kushi Institute in Giappone e da istituti britannici hanno evidenziato una diminuzione significativa nei livelli di calcio, ferro, vitamina A e vitamina C in frutta e verdura nel corso degli anni.

Nello specifico, nel periodo 1975-1997 ha trovato che i livelli medi di calcio in 12 verdure fresche è sceso del 27%; i livelli di ferro 37%; i livelli di vitamina A il 21%, e livelli di vitamina C del 30%. Un analogo studio britannico dei nutrienti nella frutta e verdura nel periodo 1930-1980, pubblicato sul British Food Journal, ha scoperto che in 20 verdure il contenuto medio di calcio era diminuito del 19%; ferro 22%; e potassio 14%.

Ancora un altro studio ha concluso che si dovrebbero mangiare oggi otto arance per ricavare la stessa quantità di vitamina A che i nostri nonni avrebbero ottenuto da una. Infatti, oggi la situazione è molto peggiorata rispetto a 20-30 anni fa.

Una ricerca condotta in Germania, dal Prof. Liesen di Monaco, ha analizzato campioni di vegetali venduti nei negozi dal 1985 al 1996, rivelando una diminuzione generale del 50%, seguita da un ulteriore calo del 40% dal 1996 al 2002. Oggi, dopo 20 anni, ci chiediamo quale sarà la situazione.

Se vogliamo fare un calcolo medio riassuntivo possiamo quindi dire che se nel 1930, ad esempio, un frutto conteneva 100mg di vitamine, nel 2002 ne erano rimaste solo 24mg! Pertanto, nel 2002, per assimilare lo stesso contenuto vitaminico del 1930 bisognava mangiare circa 5 frutti anziché 1.

Ed oggi, dopo 20 anni, cosa dobbiamo aspettarci?

 

Degrado del suolo e agricoltura intensiva: le principali cause dell’impoverimento del cibo

Le cause sono molteplici e tutte riconducibili alla gestione agronomica dell’agricoltura convenzionale. In sintesi, le principali cause sono le seguenti:

  1. L’agricoltura è diventata un’attività prettamente economica che ricerca il profitto unicamente attraverso l’incremento delle produzioni (quintali ad ettaro). Per questa finalità sono stati sviluppati e adottati sistemi volti ad incrementare i raccolti. Le piante coltivate, pompate all’inverosimile e in maniera artificiale con soli tre elementi nutritivi (N-P-K) non hanno la possibilità di assorbire i minerali presenti nel terreno e di accumulare le naturali proprietà nutrizionali, tipiche di uno sviluppo naturale.
  2. La perdita, pressoché totale, della sostanza organica nei terreni che ha provocato la scomparsa di tutta la vita (microflora, microfauna e macrofauna tellurica) e la conseguente sterilizzazione dei suoli agricoli.
  3. La selezione genetica di nuove varietà di piante in grado di fornire maggiori rese o migliore resistenza ai parassiti e ai pesticidi ha permesso alle colture di crescere più grandi e più rapidamente ma prive di sostanze nutritive.
  4. La produzione estensiva e lo spostamento dei prodotti alimentari da un continente all’altro che richiede lunghi tempi di conservazione per il trasporto e obbliga la raccolta dei frutti ancora acerbi.
  5. Infine, un fattore di cui si parla poco è l’inquinamento dei terreni dovuto all’utilizzo massivo di pesticidi e sostanze prodotte dalla chimica di sintesi che lasciano residui nei terreni difficilmente degradabili. Il problema di queste sostanze riguarda anche i residui presenti nel cibo in quanto molti pesticidi vengono assorbiti dalle piante e rimangono nel cibo che ingeriamo (sempre più spesso vengono rilevati nelle analisi).

 

Pertanto, il nocciolo del problema è che gli agricoltori vengono pagati a peso e non in base alle qualità nutritive dei loro prodotti. Tecnicamente, questo viene definito “effetto diluizione”: più la frutta e la verdura diventano grandi e rigogliose, minore è il contenuto di minerali, vitamine, enzimi e altre sostanze nutritive.

È un rapporto inversamente proporzionale: il raccolto più ricco diventa automaticamente il più povero.

Un cambio di prospettiva: siamo sicuri che mangiare bio sia più costoso?

In realtà, il cibo biologico si rivela essere molto più vantaggioso dal punto di vista economico rispetto a quello convenzionale, contrariamente alla convinzione radicata che i metodi convenzionali siano meno onerosi. Questo equivoco comune deriva dal nostro confronto basato sul peso anziché sul valore nutritivo dei prodotti.

La domanda che dovremmo porci è: stiamo mangiando chili o stiamo cercando il nutrimento essenziale per la nostra salute? Se spostiamo l’attenzione sul valore nutritivo, emerge chiaramente che un cibo biologico, arricchito di minerali ed elementi nutritivi, risulta essere più conveniente, poiché richiede una quantità inferiore rispetto a prodotti convenzionali carenti di nutrienti.

Un aspetto ingannevole è che, optando per il biologico, evitiamo anche la necessità di ricorrere a costosi integratori alimentari venduti in farmacia, spesso basati su chimica di sintesi. Il professor Alyson Mitchell, esperto di scienza della nutrizione presso l’Università della California, ha sottolineato questa differenza, dimostrando in uno studio decennale pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry che i pomodori biologici possono contenere fino al 40% in più di fitonutrienti rispetto a quelli convenzionali.

Questi risultati sottolineano l’importanza di considerare non solo il costo apparente, ma anche il valore nutritivo quando facciamo scelte alimentari, in modo da garantire una salute ottimale a lungo termine.

 

 

Cibo sano: Come mangiare sano? perché acquistare biologico o non trattato?

Una soluzione c’è: per promuovere uno stile di vita basato su un cibo sano e ricco di nutrienti, è fondamentale adottare alcune pratiche consapevoli.

  • Acquistare prodotti biologici o non trattati direttamente da piccoli produttori locali rappresenta un passo significativo verso la garanzia di alimenti di alta qualità. Optare per il biologico permette di supportare pratiche agricole sostenibili e ridurre l’esposizione ai pesticidi.
  • La coltivazione di un piccolo orto personale rappresenta un’alternativa ideale, consentendo di avere il controllo diretto sulla produzione e di raccogliere la frutta e la verdura solo quando sono mature sulla pianta, garantendo così la massima freschezza e valore nutritivo.
  • La scelta di frutta e verdura più piccola, senza preoccuparsi dell’aspetto estetico perfetto, può essere una strategia efficace. La presenza di piccole imperfezioni è spesso un segno positivo, indicando che non sono stati utilizzati pesticidi dannosi durante la coltivazione.
  • L’inclusione di cibo fresco e, quando possibile, crudo nella dieta è preziosa per preservare la componente microbica presente sulle bucce e sulle foglie, contribuendo così al benessere intestinale e alla salute generale.
  • Gli integratori vitaminici naturali assumono un ruolo importante, soprattutto considerando che quelli comunemente venduti in farmacia potrebbero non offrire le stesse proprietà benefiche. La scelta di cibi-medicina altamente concentrati provenienti da produttori locali conosciuti personalmente può essere una strategia vincente per garantire un apporto nutrizionale ottimale.
  • Infine, attribuire grande importanza alla qualità del cibo è fondamentale, poiché questa è strettamente legata alla salute del suolo e al tipo di coltivazione. Favorire pratiche agricole che preservano la fertilità del terreno e promuovono la biodiversità contribuisce non solo alla propria salute, ma anche a una maggiore sostenibilità ambientale. In definitiva, adottare queste pratiche consapevoli può rappresentare un passo concreto verso un’alimentazione equilibrata e benefica per il benessere a lungo termine.

 

Integratori naturali a base di microrganismi effettivi

Se vi siete mai chiesti il motivo per cui le mele o i pomodori di oggi sembrano più grandi ma meno saporiti, la risposta sta nel fatto che la nostra frutta e verdura hanno perso fino all’80% delle sostanze benefiche negli ultimi 30 anni. Un mix di suoli degradati, agricoltura intensiva e l’uso eccessivo di sostanze chimiche ha determinato che, nonostante consumiamo sette volte più cibo, non otteniamo gli stessi nutrienti di un tempo.

Per contrastare questa carenza nutrizionale, ci affidiamo spesso agli integratori. In sintonia con la nostra filosofia, vi invitiamo a esplorare la nostra categoria di integratori naturali a base di microrganismi effettivi  (https://www.emita.it/categoria-prodotto/benessere-persona-integratori/integratori-alimentari/).

 

EM-X Gold, integratore alimentare

Vai al prodotto: https://www.emita.it/prodotto/em-x-gold-integratore-alimentare/

Questa bevanda fermentata combina i benefici della tecnologia EM®, promuovendo il metabolismo attraverso la produzione di preziosi composti microbici e risonanze energetiche. Grazie alle scoperte del Prof. Higa, il prodotto ottimizza le forze rigeneranti dei Microorganismi EM®. Raccomandato dal Prof. Higa, si consiglia di consumare 10-30 ml al giorno diluiti in tè, caffè o acqua calda. Con ingredienti come melassa, estratto di lievito e cloruro di magnesio da acqua di mare, EM·X Gold® offre un potente supporto energetico e antiossidante. Confezione da 0,5 litri.

EMIKOSAN® Integratore alimentare

Emikosan integratore alimentare naturale

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EMIKO®SAN, integratore alimentare biologico, è la chiave per la prevenzione ottimale per tutta la famiglia. Con microrganismi effettivi EM® e vitamina C naturale dall’acerola, questa miscela di erbe fermentate offre un supporto completo per l’intestino grazie a ingredienti 100% naturali da coltivazioni biologiche. Vegan, senza lattosio, senza glutine, senza alcol. Conservare in frigorifero dopo l’apertura e consumare entro 4 settimane. Applicazione: 2 x 25 ml al giorno o 1 x 50 ml puro o diluito. Una combinazione di 30 anni di esperienza e ingredienti di alta qualità per il benessere umano.

Disponibile in vari formati: viaggio, 0,50L e 1L

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